Strange Love

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onthedarksideofme
view post Posted on 26/8/2010, 10:22




Titolo:<3...Strange Love...<3
Autore: onthedarksideofme
Genere: Romantico - Commedia
Raiting:G/PG
Avvisi: Fluff - Fantasy - Angst (Alcune Scene)
Pairing: Tomx...(sorpresa XD)
Riassunto: Bill Kaulitz, la famosa star tedesca, nasconde a tutto il mondo un bellissimo segreto che ha cambiato la vita sia a lui che ai TH...solo in seguito esso sarà svelato...la rezione del mondo sarà positiva o negativa??
Link diretti:
1. Famiglia Kaulitz (pagina corrente)

Note: è la prima fanfiction che scrivo seriamente e non solo per passare il tempo in modo diverso. Ho cominciato a scrivere quasi due anni fa, ma, dopo aver quasi ultimato la storia, ho capito che la trama non stava nè in cielo e nè in terra quindi ho deciso di ricominciare tutto da capo...
Spero sia di vostro gradimento...

DISCLAIMER: Tutti i personaggi realmente esistenti non sono di mia proprietà. I personaggi e le storie originali sono di proprietà dell'autore. L'autore non ha assolutamente alcun'associazione con i proprietari, autori, prouttori o creatori di qualsiasi materiale a cui questa storia è ispirata. Non è intesa alcuna violazione di copyright. Questa storia viene qui pubblicata senza fini di lucro.

<3...Strange Love...<3





(¯`·._.·[...Famiglia Kaulitz...]·._.·´¯)



P- Signorina Kaulitz, venga a svolgere la seguente equazione.-
K- Subito professoressa!-

Salve a tutti! Mi presento: sono Alexia Kaulitz! Avete capito bene, Kaulitz! Mio padre è Bill Kaulitz, il cantante dei Tokio Hotel. Ho dodici anni e frequento la terza media. Sono un anno avanti rispetto ai miei coetanei per la mia intelligenza. In questo momento sono a scuola. È l’ultima ora, matematica. Non mi piace molto questa materia, anche se sono una vera bomba. Non c’è niente che non riesca a risolvere. Vado alla lavagna e la professoressa mi detta l’esercizio, un’equazione. È facile, finisco in un paio di minuti. Torno al mio posto sotto lo sguardo di tutti i miei compagni. Mi siedo, la mia compagna di banco, nonché migliore amica Ginevra, mi sorride.
G- Sei una grande Ale!-
Mi dice sempre così ogni volta che sono interrogata. Gin, come la chiamo io, è una ragazza molto simpatica. Alta un po’ meno di me, occhi azzurri, capelli rossi, magra e con un sorriso che ti mette subito l’allegria. Io sono completamente il suo opposto: altissima e magrissima, ho preso tutto da papà, comunque ho anche le forme giuste. Occhi verdi, capelli ricci castani con mèches rosso fuoco, labbra carnose, nasino all’insù. Mi dispiace di non aver ereditato i suoi occhi. Sento la tasca vibrare. Un sms. Lo leggo: Ti aspetto fuori. Un bacio!.
È zio! Mi viene a prendere! Che bello!
Finalmente la campanella suona. Liberi! Era ora! Raccolgo i libri nella mia tracolla nera di Nightmare before Christmas che mi ha regalato papi, saluto i miei compagni ed esco insieme a Gin. Lei è l’ unica a sapere la mia identità a scuola, oltre ai professori. Mi ha sempre coperta quando qualcuno cercava di sapere qualcosa di più su di me. Abbiamo la stessa età perché anche lei è un anno avanti. Modestamente abbiamo i voti più alti della scuola. Qualche mese fa abbiamo vinto una borsa di studio e siamo andate insieme a Parigi. Papà e zio erano supercontenti, ma anche in ansia e ogni secondo mi telefonavano, anche di notte. Ci siamo divertite un mondo.
G- Usciamo oggi?-
A- Shopping?-
G- Siiiiiiiiii!-
A- Ci vediamo a casa mia al solito!-
G- Peeeeeeeeerfetto!-
A- Ciau Gin!-
G- Ciao!-
Ci salutiamo con un bacio sulla guancia e poi ci separiamo.
Vedo da lontano zio. Porta occhiali da sole enormi, vestiti over- size, i rasta nascosti dal cappuccio dell’ enorme felpa. È appoggiato al cancello, quasi completamente nascosto da esso. Mi vede, sorride. Gli voglio un gran bene e lui lo sa. Gli corro incontro e lui mi abbraccia. Mi da un bacio, come sempre.
A- Ciao zio Tomi!-
Lo chiamo così, solo io posso farlo.
T- Ciao bambolina!-
Mi merito questo appellativo secondo lui.
Come quando ero bambina mi porge una mano che io accetto volentieri. Camminiamo mano nella mano.
T- Come è andata a scuola?-
A- Al solito! Interrogazioni a tappeto e verifica a sorpresa!- dico piatta.
Ogni giorno è così.
T- Erano difficili?-
A- No, le solite cavolate. Equazioni, piani cartesiani, chimica, fisica, niente di che.-
T- Brava la mia nipotina!-
Arriviamo davanti alla sua macchina. La Cadillac Escalade. La adoro e lui lo sa per questo quando viene a prendermi a scuola facciamo un po’ di strada a piedi. Lo riconoscerebbero subito se davanti all’ edificio scendesse come se niente fosse da questo mezzo meraviglioso. Papà ha un Mercedes. È bello ma io preferisco la Cadillac. Saliamo e come al solito zio attacca la musica a palla con i finestrini abbassati. Snoop dog, timbaland, Ludacris, Eminem, 50 Cent, Akon si succedono. Non possiamo fare a meno di cantare! Io amo le lingue straniere. Parlo già perfettamente italiano e inglese, oltre al tedesco. La canzone cambia: please stand up di Eminem. Io la ADORO.
A- Zio, zio,alza, alza!-
Lui mi guarda ridendo alza ancora il volume mentre io interpreto la parte di Eminem facendo un’ esibizione solo per lui.
Io canto perfettamente, come papino, ma adoro ballare. Studio danza da quando avevo quattro anni.
Interpretazione perfetta, come al solito.
T- Complimenti! Sei forte sai!- mi dice scompigliandomi i capelli.
A- No, zio Tom, i capelli no!- dico cercando di risistemarli, anche se ormai sono completamente sfasciati.
Tra una canzone e un’ altra arriviamo a casa. Ho voglia di riabbracciare papà.
Scendiamo dalla macchina e entriamo in casa. Si sente odore di cibo, poi esce lui dalla cucina con uno strano grembiule personalizzato dei Tokio Hotel. Scoppio a ridere seguita da zio.
Gli corro in contro e lo abbraccio.
A- Ciao papino!-
B- Ciao tesoro! Tutto ok a scuola?-
A- Certo! Vado a cambiarmi!-
Salgo al piano superiore ed entro nella mai stanza. Le pareti sono fucsia e il soffitto argento. Apro il mio enorme armadio nero e tiro fuori un paio di jeans e una felpa che uso per stare in casa. Mi cambio e torno di sotto. Mi siedo a tavola con la mia famiglia. Mangiamo tranquillamente e il tempo vola fra una chiacchiera e un’ altra. Mi lavo i denti e poi vado in salotto a studiare. Apro il mio diario super scassato pieno di foto dei mitici TH e noto che per domani ho solo italiano e inglese. La mia classe è l’ unica nella scuola a studiare anche l’ italiano. È difficile, ma io sono riuscita ad eliminare l’ accento tedesco dalla pronuncia. Non è da tutti.
B- Hai bisogno di aiuto?-
A- Mi ascolteresti? Devo ripetere qualche poesia in italiano…-
B- Certo!-
So che lui adora farlo perché gli piace sentirmi parlare, anche se non capisce un tubo di quello che dico.
Prende il libro di poesie e io gli indico la pagina. Inizio da Ugo Foscolo: in morte del fratello Giovanni.

Un dì s’ io non andrò
sempre fuggendo
Di gente in gente, me
vedrai seduto su la tua pietra o fratel mio, gemendo
il fior de’ tuoi gentili anni caduto.
La madre or sol suo di tardo traendo
Parla di me col tuo cenere muto,
ma io deluse a voi le palme tendo
e sol da lunge i miei tetti saluto.
Sento gli avversi numi, e le secrete
Cure che al viver tuo furon tempesta
e prego anch’ io nel tuo porto quiete.
Questo di tanta speme oggi mi resta!
Straniere genti almen le ossa rendete
Allora al petto della madre mesta...



B- Perfetta! Brava!-
Continuo a ripetere per un quarto d’ ora poi passo all’ inglese. È molto contento della mia bravura. Finisco in poco tempo.
A- Papà?-
B- Dimmi…-
A- Posso uscire con Gin a fare shopping oggi pomeriggio?-
B- Certo! Se vi va vi posso accompagnare al centro commerciale…-
A- Davvero?-
B- Si!-
A- Vado a chiamarla!-
Corro a prendere il mio LG cookie, compongo il numero. Dopo un paio di squilli risponde.
G- Pronto?-
A- Ciao Gin!-
G- Ale, dimmi…-
A- Ti va di andare al centro commerciale oggi, ci porta mio padre…-
G- Assolutamente! Ci vediamo fra poco!-
A- Ciao!-
Torno in salotto dove papà e zio discutono.
A- Tutto ok!-
B- Bene!-
T- Dove vai di bello?-
A- Al centro commerciale con Gin…-
T- Divertitevi…-
A- Certo!-
Salgo in camera mia, scelgo i vestiti. Una minigonna viola di velluto, un body aderente semplice nero, calze a righe nere e viola, anfibi con i lacci viola a teschi neri, i miei preferiti, tutto in stile dark- gothic.
SPOILER (click to view)

però viola...









Preparo due asciugamani e vado a farmi la doccia. Mi spoglio e lascio che l’ acqua scorra sul mio corpo. Prendo lo shampoo alla vaniglia e lo passo sui capelli. Li risciacquo accuratamente. Mi insapono con il bagnoschiuma al cioccolato e dopo dieci minuti esco. Mi avvolgo nell’ accappatoio e sistemo un’ asciugamano sui capelli. Fa molto freddo anche se in casa ci sono i riscaldamenti. Mi sbrigo ad arrivare nella mia stanza. Mi asciugo e mi vesto. Prendo il phon e sistemo i capelli. Voglio cambiare un po’ e decido di farmi il ciuffo liscio.
A- Papi, dov’ è la piastra che mi devo stirare il ciuffo?- urlo dalla mia stanza.
Papà mi raggiunge e la porta; siccome sa che sono negata con questi aggeggi infernali (come li chiamo io) aspetta che si riscaldi e mi aiuta. È bravissimo e in poco tempo sono perfetta. Mi trucco un po’ e sento suonare il campanello. Mi precipito ad aprire sapendo che è Ginevra. Mi abbraccia e io la faccio entrare. Come me anche lei è molto carina. Indossa una minigonna bianca a pieghe, un maglioncino nero, calze del medesimo colore e stivali di camoscio bianchi.

SPOILER (click to view)




questo è più o meno il modello che intendo io...


È molto semplice al contrario di me che ho aggiunto quintali di borchie.

SPOILER (click to view)








In salotto entra zio Tom. Scommetto che mi fa fare una figuraccia, come sempre. 3…2…1…
T- andate a rimorchiare a ragazze?-
Lo sapevo. Gin che non è abituata alle sue battute arrossisce violentemente mentre io lo rincorro per tutta la casa urlandogli che mi fa sempre fare brutte figure. Credo che la mai amica abbia un debole per il mio caro zietto. E chi non ce l’ ha, persino io a volte mi perdo a guardare sia lui che mio padre.
Ci ricomponiamo e papà ci raggiunge.
B- Ciao Ginevra!-
G- Salve Signor Kaulitz!-
B- Chiamami Bill! Mi sento vecchio sennò!-
Già, ha solo 27 anni, ma è come se ne avesse 19 o 18.
G- Ok!-
B- Tom, io vado ad accompagnare le ragazze che fai, vieni con noi?-
T- Si!-
Prendiamo il Mercedes e in mezz’ ora siamo davanti al grande edificio.
Scendiamo dalla macchina.
B- Alexia, quanto vuoi, 200, 300…-
A- No, 50 bastano e avanzano, devo solo comprare un paio di scarpette nuove per classica…-
B- Sicura?-
A- Si!-
B- Va bene io te ne do 100, se vuoi comprare qualcosaltro…-
A- Ok!- gli do un bacio.
T- A che ora vengo a prendervi?-
G- Dato che sono le cinque…-
A- Direi alle sette e mezza…-
T- Perfetto! A dopo!- do un bacio anche a lui che come sempre ricambia affettuosamente.
B- Ci vediamo!-
AG- Ciao!-
Entriamo e subito ci fiondiamo in un negozio di Cd. Gin compra l’ album nuovo dei Sonohra, un gruppo italiano che adoriamo. Le loro canzoni hanno delle belle parole e sono molto orecchiabili. Come al solito non passiamo inosservate e molti ragazzi si voltano, ci fischiano in segno di approvazione e i più coraggiosi ci fanno i complimenti. Dopo un giro per negozi di abbigliamento arriviamo in uno di articoli sportivi. Io vedo delle scarpette meravigliose: sono della Dimensione Danza, tutte nere lucide con il nastro ricamato. Costano 35 Euro, le prendo. All’ uscita noto un cappellino fantastico abbinato alla maglietta, faccio dietro front e lo compro per zio, sarà felice. Andiamo a prendere un gelato. Ci sediamo e lo gustiamo in pace.
A- Gin?-
G- Si?-
A- Vorrei trovare qualcosa per mio padre…-
G- Ok, andiamo a fare un giro da Squillace, nella profumeria…-
A- Sei un genio!-
G- Modestamente…-
Ci alziamo e ci dirigiamo verso la nostra metà. Dopo esserci spruzzate tremila profumi decido di prenderne uno di D&G, una delle sue firme preferite. Pago anche questo che è in offerta e notiamo che sono le sette e un quarto.
G- Come vola il tempo…-
A- Già! domani iniziano le vacanze di Natale…-
G- è vero!- dice triste.
A- Hey! Non fa niente se devi partire per andare dai tuoi nonni! Ci sentiremo e poi i regali ce li siamo scambiati!-
G- Hai ragione!- dice sorridendo.
A- Chiamo zio Tom!- compongo il numero che so a memoria e aspetto che risponda.
Ci mette molto.
T- Pronto?-
Ha la voce affannata.
A- Zio dove sei?-
T- In autostrada, ma c’ è un incidente!-
Come si sente che mi stai dicendo una grossa cazzata. Faccio finta di crederci, io so dove sei.
A-Io e Gin ti aspettiamo al bar, ma fai presto!- lo rimprovero.
Intuisce che io ho capito, non aspetto che risponda, riattacco. Lo sa che lui e papà vengono prima di tutto per me. Forse a volte lo dimentica. Sicuramente se la stava spassando con una puttana delle sue. Io non dico che non debba divertirsi e debba farmi da balia, anzi. Vorrei solo che almeno mi considerasse di più certi momenti. La mia amica mi distrae dai miei pensieri.
G- Teso, tutto ok?-
A- Si! Ora arriva zio!-
La vedo armeggiare nella borsetta. Tira fuori l’ i-pod e mi porge un’ auricolare. Sentiamo un po’ di musica finché il mio cellulare mi avvisa che ho ricevuto un sms. Lo leggo: Ciao bambolina, io sono giù che vi aspetto. Scusa.
Prendo Gin per mano, come siamo solite fare e ci avviamo. Zio non lo sa, ma io l’ ho già perdonato però mi va di tenergli un po’ il muso. Non gli parlerò finché non arriviamo a casa. Appena ci vede scende dalla macchina, prende i nostri acquisti e li mette nel cofano. Mi guarda e io mi giro dall’ altro lato. Arriviamo presto a casa di Gin e per noi è il momento di salutarci. Scendo e la accompagno al portone.
Sua madre apre e ci saluta.
M- Ciao Alexia, ciao tesoro!-
A- Salve signora! Come va?-
M- Bene grazie! Fatti vedere! Ma come siete carine!-
Lei sa tutto di me e molte volte quando i miei adorati gemellini erano in tour mi ospitava anche per due settimane.
A- Fate buon viaggio!-
M- Grazie! A presto!-
Entra in casa, io resto ancora qualche minuto fuori con sua figlia.
G- Mi mancherai!-
A- anche tu, tanto tanto!-
Ci abbracciamo forte e poi ci separiamo. Torno da zio che mi aspetta. Ripartiamo, per arrivare a casa manca ancora un quarto d’ ora dato che dobbiamo prendere una strada secondaria perché quella principale è stata chiusa a causa di una frana.
T- Scusa bambolina!- mi dice veramente pentito.
A quel punto non resisto a tenergli il muso. Siamo fermi ad un semaforo. Lo abbraccio, ricambia.
A- Che non succeda più! Così mi fai capire che non ti importa di me, che le tue ragazze contano di più…-
T- No, questo non devi neanche pensarlo…- mi dice continuando a stringermi.
Gli sorrido come solo io so fare e ripartiamo...

Note finali: I primi capitoli possono sembrare stupidi, ma non lsciatevi ingannare.
Spero di trovare molti commentii, anche critiche costruttive, basta he esprimiate il vostro parere...
 
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